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Venezia, primi mesi del 1710: dopo quasi due anni di preparazione esce il "Giornale de' Letterati d'Italia", che riscuote immediato successo e sarà pubblicato con cadenza trimestrale fino al 1724, e poi, a intervalli più irregolari, per altri sedici anni. I tre promotori dell'impresa erano il veneziano Apostolo Zeno, riformatore della poesia per musica, il padovano Antonio Vallisneri, noto scienzato, e il veronese marchese Scipione Maffei, grande erudito e autore dell Introduzione al "Giornale" che nel terzo centenario della rivista viene ora riproposta. Maffei traccia un'informatissima ricostruzione storica e comparativa della stampa periodica italiana ed europea, attenta anche al mondo protestante. L'aspirazione del "Giornale" è colmare l'assenza dell'Italia dal circuito europeo della "Repubblica delle lettere" e rilanciare la cultura e la letteratura nazionale misconosciuta dagli "ultramontani", che la identificavano nel "cattivo gusto" barocco. La rivista si presenta quindi come voce e strumento per l'informazione letteraria italiana, gravata dalla lentezza dei contatti fra le diverse realtà della penisola e dalle difficoltà dei letterati a dedicarsi interamente agli studi. La capacità di intercettare le esigenze di rinnovamento della cultura del tempo consentirà al periodico di rivestire un ruolo di primo piano nel dibattito culturale e scientifico dell'Italia del primo Settecento.